Religione e religiosità
di Giorgio "Gege" Perbellini



Benvenuti ad un nuovo appuntamento con lo spazio culturale di Webtrek Italia. L'articolo che state per leggere avrà un duplice scopo: da un lato cercherò di analizzare il modo in cui la religiosità viene presentata in Star Trek, prendendo come riferimento il religioso popolo bajoriano (visto che questo numero è dedicato a "Deep Space Nine", mentre dall'altro - forse il più interessante - vorrei far notare come mitologia e religioni terrestri possano essere influenzate da razze provenienti da altri mondi.
Da parte mia potrebbe essere un po' presuntuoso, ma penso che quanto segue possa essere definito una "riflessione filosofica" visto il tema che viene affrontato. Spero naturalmente che l'argomento sia di vostro interesse e vi invito a scrivermi i vostri commenti (all'indirizzo e-mail gege@dnet.it o a quello della redazione: webtrek@plion.it) che potrebbero aprire un'interessante discussione all'interno della rubrica della posta.


Religiosità in Star Trek

Benjamin Sisko scopre l'identitα dei profeti, ma per i Bajoriani Φ l'EmissarioChe cos'è la religione? Questa è forse la domanda da cui partire per poter parlare di un argomento così importante. La religione, secondo la mia personale opinione da non credente, è un pretesto, ma anche un mezzo. Mi spiego meglio: da un lato la religione è un potentissimo mezzo che dona speranza, vitalità, e penso sia molto importante il fatto di avere fede, di credere in qualcosa per non abbandonarsi a se stessi e per dare un senso alla propria esistenza. Spesso, tuttavia, vedo la religione come un pretesto per spiegare fenomeni apparentemente inspiegabili. Molte sono state, ad esempio, le teorie scientifiche considerate eresie dalla Chiesa (ricordiamo, tra le tante, quelle di Galileo Galilei), teorie che al giorno d'oggi sono riportate in tutti i libri e riconosciute da chi, nei secoli precedenti, le aveva ripudiate.
Ma un altro esempio, direttamente da Star Trek, può essere proprio quello dei Bajoriani. Su Bajor, dopo migliaia d'anni, si crede ancora ai Profeti ed alle loro profezie; in realtà Benjamin Sisko scopre che le divinità bajoriane altro non sono che una razza aliena che abita il tunnel spaziale, e le profezie sono dovute al fatto che i "Profeti" sono esseri che vivono un'esistenza non lineare, ovvero esistono contemporaneamente nel passato, nel presente e nel futuro.

Kai Opaca mostra a Sisko uno dei cristalli dei ProfetiMa torniamo alla religiosità presentata in Star Trek. Come ho detto sopra, la religione è comunque molto importante e gli sceneggiatori della saga ne hanno tenuto conto. Tra gli esempi più significativi c'è proprio la religione dei Bajoriani, che abbiamo potuto approfondire grazie alla serie "Deep Space Nine". I Bajoriani basano la propria religione su nove potenti cristalli. Questi sarebbero stati mandati dai Profeti, divinità che risiedono nel Tempio Celeste (il tunnel spaziale), per portare saggezza e guidare il popolo bajoriano. E sempre dai profeti deriverebbe il Pagh, la forza vitale di ogni individuo. La religione, dunque, è molto importante su Bajor, tanto che le maggiori cariche del pianeta sono attribuite alle guide spirituali: il capo del ministero è conosciuto come Kai, al quale seguono, secondo una struttura gerarchica, i Vedek, i Prylar ed i Monaci.
Vi sono poi altri esempi di religiosità in Star Trek, tra i quali posso citare il ritrovamento delle usanze dei pellerossa da parte di Chakotay in "Voyager". E' strano vedere, nel XXIV secolo, un uomo parlare con il proprio "animale guida", ma questa ritrovata spiritualità può testimoniare l'importanza della fede, soprattutto in condizioni difficili come quelle in cui si trova l'equipaggio della Voyager.


Religioni e miti della Terra

Il fratellastro di Spock in cerca di DioPer riprendere il discorso appena affrontato, possiamo trovare un esempio di religiosità anche nel film "Star Trek V: l'ultima frontiera", nel quale il vulcaniano Sybok (il fratellastro di Spock) mette in pericolo la propria vita e quella dell'equipaggio dell'Enterprise 1701-A per recarsi nel centro della galassia al cospetto di Dio. La fede, in questo caso, risulta essere la forza che spinge una persona ad esplorare l'ignoto e, ancora una volta, dà uno scopo alla sua esistenza. Ma Dio ed altre divinità sono realmente esseri sovrannaturali che ci hanno permesso di esistere? Sybok scopre che non è così, perché quello che credeva essere Dio si è rivelato essere un'entità aliena malvagia in esilio. E questa conclusione, nonostante sia solo il frutto di un film di fantascienza, ci offre uno spunto molto interessante per riflettere sulle origini di miti e religioni che hanno caratterizzato la storia del nostro pianeta.
Non è nuova l'ipotesi di un'influenza aliena nello sviluppo di alcune civiltà (ne ho parlato in un articolo sul numero 0 di Webtrek) e la fantascienza è in grado di fornircene una visione abbastanza realistica. Con "fantascienza", in questo caso, non intendo solo Star Trek; nel film "Stargate", ad esempio, la divinità egizia Ra (il dio del Sole) viene identificata in una creatura aliena con conoscenze tecnologiche tali da apparire onnipotente agli occhi della civiltà, meno sviluppata, dell'antico Egitto. Ma è ancora una volta con Star Trek, grazie alla longevità di questa saga, che l'argomento può essere approfondito. I viaggi di una nave stellare portano spesso a «scoprire strani, nuovi mondi alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà» che però possono... non essere del tutto nuove.

Questo tema è molto ricorrente in Star Trek, anche se spesso non ci facciamo caso perché esso viene celato da altri elementi a cui viene data una priorità, che risaltano maggiormente. L'equipaggio dell'Enteprise al cospetto di ApolloIl primo rilevante episodio, in tal senso, è "Dominati da Apollo" (Serie Classica, II stagione); l'Enterprise, giunta nei pressi del pianeta Pollux IV, viene bloccata da una forza sconosciuta e, sbarcato sul pianeta, lÆequipaggio si trova faccia a faccia con il dio greco Apollo. Questo pare in realtà assurdo, ma la spiegazione che viene fornita si adatta perfettamente a quanto sto cercando di dimostrare. Nel corso dell'episodio si scopre infatti che l'entità incontrata da Kirk sul pianeta è dotata di grandi poteri ed ha dominato la Grecia, circa 5000 anni prima, assieme ad altri della sua specie (le divinità che noi tutti conosciamo). Mi vorrei ora soffermare proprio su questo, tralasciando invece gli altri aspetti dell'episodio; è chiaro che di fronte ad un simile essere, una civiltà tecnologicamente avanzata non sarebbe particolarmente stupita e non si inchinerebbe in segno di devozione... ma quale sarebbe potuta essere la reazione di un antico ateniese?
Senza sconfinare nella fantascienza, ma semplicemente analizzando la storia, facciamo un esempio concreto. Pensiamo ai tempi dell'inquisizione (dal 1275, anno in cui a Tolosa venne messa al rogo la prima strega, fino alla fine del XVIII secolo): uomini e donne che subivano processi, torture e morti atroci perché accusati di stregoneria. Al giorno d'oggi questi episodi non si verificano più, o almeno solo in rari casi di fanatismo, ma nel passato erano frequentissimi, in quanto la popolazione nutriva forti timori nei confronti di persone, soprattutto donne, che fra le altre cose erano in grado di preparare filtri ed unguenti per mezzo della "magia nera". Questo termine, che ha causato migliaia di uccisioni, non indicava altro che teniche primitive di chimica, una scienza che al giorno d'oggi è indispensabile.
La copertina del primo libro della saga ''Invasione''Ma torniamo nuovamente alla fantascienza. Molto interessante per le analogie tra culture aliene e miti terrestri è la saga "Invasione", composta da quattro libri ambientati nelle diverse serie di Star Trek; i protagonisti sono i quattro equipaggi da noi conosciuti e le Furie, una spietata razza aliena proveniente da molto lontano, che sono entrate nello spazio della Federazione per riconquistare i pianeti da cui furono scacciate migliaia dÆanni prima. Tra questi pianeti, naturalmente, vi è anche la Terra e la descrizione riportata in "Primo attacco" (il primo dei quattro libri) non ha bisogno di ulteriori commenti:
«Il gruppo di demoni si aprì un varco tra la nebbia. Dalla forma irregolare e spaventosamente maestosi, tre di loro assomigliavano ad amalgami di triangoli, con lunghi volti scuri, occhi a forma di falce, e lunghe corna contorte sopra le loro teste, tanto eleganti quanto terribili. Tra quelle creature ne apparirono altre, munite di dozzine di sinuosi tentacoli color latte che ondulavano dalle loro teste, lunghi almeno quanto una mano umanoide e dotati di vita propria, che accarezzavano i volti degli stessi esseri da loro decorati, come se fossero alla ricerca di qualcosa. Alla sinistra di Kirk, apparve un essere a quattro braccia dal volto allungato di color verde giada. Alle sue spalle, ce ne erano altri, alcuni scheletrici, altri rigonfi, e uno di loro non aveva una testa, almeno secondo Kirk. [...] La maggior parte di essi indossava degli indumenti e molti gioielli. Mezze lune, spille dalla testa di demonio...». Lunghe corna, tentacoli sulla testa... non vi ricordano forse creature mitologiche della Terra?

Gli abitanti del Q-Continuum sono tra i pi∙ vicini alle caratteristiche di un dioPer concludere vorrei parlare di una forma di vita di Star Trek che più si avvicina all'idea che noi abbiamo di Dio: i Q. Questa razza, infatti, viene presentata come una ristretta cerchia di esseri onnipotenti ed immortali, che è in grado di fare qualsiasi cosa semplicemente schioccando le dita.
Ma perché paragonare gli abitanti del Continuum alla figura di Dio? La risposta è racchiusa nell'episodio di TNG "Una seconda opportunità", dove un Picard in fin di vita incontra il Q interpretato da John De Lancie che gli si presenta davanti come farebbe Dio con un cristiano che ha appena lasciato la sua vita terrena.
Questo di per sé non significa nulla, ma mettendo a confronto le diverse religioni della Terra, ci possiamo facilmente rendere conto che ognuno ha una visione diversa di Dio (o delle divinità, nel caso in cui si parli di culto politeista) e per questo che l'idea di razze e culture aliene che assumono il ruolo di divinità nella nostra cultura mi affascina.
Ciò non toglie, comunque, che la nascita del nostro Universo - e forse di un numero infinito di altri universi - è un mistero destinato a rimanere tale, e pertanto ognuno di noi può credere in un'entità senza tempo che ha dato origine al creato, un'entità che per molti prende il nome di Dio.