IPISA!

L'evento Amiga dell'anno visto da un intramontabile Amiga fan! (Con allegati alcuni testi estratti dagli atti della manifestazione!)

a cura di

Paolo Pettinato


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Hanno accusato noi amighisti di fare retorica terribile su una macchina (quale diminutivo orribile!) in caduta libera verso l'oblio. La migliore risposta è quella che non si da, ma sarebbe un crimine, crimine troppo spesso perpetrato, non rendere giustizia a chi veramente si alza le maniche per sostenere Amy, come il team di Ipisa!
Gli intenti, la perizia e i risultati del comitato organizzatore distruggono lo stereotipo dell'amighista piagniculone e pedante, dimostrando che alla base del "culto del diverso" (etichettando in tal maniera il desiderio di infrangere il monopolio di Microsoft e Intel) stanno motivazioni scientifiche, tutt'altro che campate in aria. Del resto quest'anno più che mai il pubblico era composto non da sedicenni fanatici (come il sottoscritto) ma da professionisti, programmatori, artisti e utenti evoluti, spesso vicini agli "anta".
Il palco non è stato da meno, ospitando personalità di grandissimo rilievo, accorse da tutto il mondo pur di partecipare ad un incontro ormai di carattere internazionale e multi piattaforma.
Ricorro nuovamente all'espressione soprascritta, "Il culto del diverso", perché non riesco a sintetizzare in altro modo l'evento italiano dell'anno. Diverso che, sia inteso, non riguarda solo Amiga ma coinvolge anche altri sistemi, etichettati l'anno passato dal buon Ruocco (una statua d'oro, gli dovrebbero fare!!!) con la felice espressione "sistemi alternativi". Con sistemi alternativi Sergio intende quei ritrovati dell'ingegno informatico performanti e utilizzabili senza perdere la salute mentale (quindi non si parla di Wincows!) ma che abbiano in comune con Amiga lo spirito di innovatori. Ed è per questo che l'incontro, partito come evento Amiga Only, ha accolto altri sistemi, un po' anche per deghettizzare la realtà Amiga. Tentativo pienamente riuscito con questa edizione.
Lo spirito critico che dovrebbe contraddistinguere queste pagine ci obbliga a riportare pari pari un'osservazione polemica fondata sulla predominanza degli amighisti in sala: "E' come fare un'incontro sul "quanto è bello il gioco del calcio", invitando un po' tutte le squadre e avere l'80% degli Juventini...". Chi la vuole cotta, chi cruda lasciamo al lettore l'onere di stabilire quale filosofia condividere. Del resto, finalmente, anche in Italia si stanno organizzando incontri interamente dedicati ad Amiga. In particolare mi riferisco a Mips-A ("Meeting Internazionale programmatori e sviluppatori Amiga", se non erro), ad opera di Fabio Rotondo (un tipo davvero in gamba!).
Tornando ad Ipisa diremo che gli organizzatori, amighisti fino al midollo se non oltre, hanno creato una finestra sul mondo dell'informatica, cercando di compensare quella visione scintillante ma purtroppo isolata a cui Amy ci ha abituato. Il pubblico, armato di coltello e forchetta, si è deliziato con interventi esteri (Be-os, Aminet, Gnu ecc), non dimenticando di assaggiare un po' di informatica teorica.
E se ciò non bastasse per giustificare il conto (Solo 120 mila lire per due giorni, tre CD, gli atti tecnicissimi, e un senso di mistica felicità), veniva offerto come aperitivo possibilità di confrontarsi con i grandi nomi dell'informatica.
Amiga World (ovvero io!) ha seguito con interesse il pranz... hem! l'evento, e nonostante le 20 foto bruciate per ignoranza dello strumento fotografico, offre a voi visitatori uno specialone "succuso" e interessante (si spera!) sull'evento Amiga dell'anno.

Atmosfera


Non si può parlare di Ipi, come l'ho affettuosamente ribattezzata, senza accennare all'atmosfera che si respira appena messo piede dentro la saletta dell'Isu di Milano.
Nell'aria domina un senso di giustizia, al limite di vendetta, verso chi è convinto di averci relegato in un ghetto. Amiga ha finalmente trovato uno spazio tutto suo, non isolato, ma ben inserito nel panorama informatico alternativo. Mi piace immaginare Amiga proprio così: leader della resistenza informatica, barricata insieme a baldi giovani (il Be Os) e arzilli vecchietti (unix) contro il monopolio maledeto che incatena l'utente in una visione consumistica della realtà, prosciugando la salute mentale del malcapitato e rendendolo, di fatto, schiavo dei voleri di Zio Bill (non date troppo peso alle esagerate iperboli presenti nel testo ndPetty). Per chi non ci sta, per chi preferisce respirare libertà anche se ciò comporta doversi battere con tutto e tutti, ecco Amiga, ecco Ipisa.
Gli sguardi volano da un volto all'altro, tutti complici della stessa battaglia. Ritrovi il sempre presente Michele Console Battilana, di cui hai sempre ammirato la lucidità dei ragionamenti, ritrovi il già citato Sergio Ruocco, deus ex machina della manifestazione. E se ciò non bastasse, in fondo al corridoio "parleggia" allegro il mitico Paolo Canali, con cui hai sempre sperato di confrontarti, magari implorando che la tua motherboard in fiamme venisse riprestinata ad un suo tocco.
Ma c'è anche gente comune, comune si fa per dire, gente che è fermamente intenzionata a sostenere la causa amighista. Gente con cui puoi avviare collaborazioni, o perchè non dirlo?, passare una allegra serata davanti a un piatto di pasta sfottendo zio Bill.
Man mano che ti avvicini alla sala che ospiterà l'evento, quell'atmosfera mistica si materializza, prende forma, al di là di ogni logica. Siediti, amico mio, e allaccia le cinture, si parte verso un'altra realtà, la realtà di chi condivide con te un sogno e non lo vuole abbandonare solo perchè non può giocare a Quake (ancora per poco, continuate a leggere e saprete!)

Interventi

Quest'anno la scaletta, forte di ben due giorni a disposizione, era gremitissima di interventi, con ospiti eccezionali e tematiche di vastissimo interesse. Non so come abbiano fatto Ruocco e Soci, ma c'è veramente da gridare al miracolo! (A proposito di gridi, m'immagino quello della Signora Ruocco quando riceverà la bolletta della SIP!!! ndMacho).

Haage & Partner

Prima si è accenanto a Quake, il mitico maxi videogioco in soggettiva 3D, ed è proprio da Quake che iniziamo. Tra lo stupore di tutti, Haage&Partner ha presentato il demo (purtroppo non giocabile) di Quake con una fluidità al limite dell'infarto. Limite ampiamente varcato quando il maxischermo mostrava in tre (diconsi: tre!) finestre il demo in multitasking! Al di là del botto, l'intervento di Haage&Partner è stato denso di continuti di altissimo livello. Si è parlato di WarpOs, una sorta di microkernel per le schede PowerUp. WarpOs permette un più alto livello di astrazione e, contemporaneamente prestazioni moolto migliori rispetto al codice di Phase V. Alla base stanno una migliorata gestione del cambio di contesto (tra PowerPc e 68K), una migliore gestione della memoria (allocazione dei blocchi a indirizzi multipli di 32, uso dei registri BAT, protezione opzionale della memoria), la possibilità di utilizzare gli Hunk Amiga invece delgi ELF. Il codice è interamente scritto in assembly di ottima qualità (mentre alla Phase V amano lavorare in C, con qualche parte ottimizzata in Assembly). E' doveroso aggiungere che WarpOs è stato vergognasamente ostacolato da Phase V, da due anni annoverata tra i grandi assenti di Ipisa, fermamente intenzionata a essere arbitro unico del futuro di Amiga. Speriamo che i due colossi Amiga riescano a trovare un accordo, piuttosto che prendersi a torte in faccia!
Interessante l'intervento su Storm C e Storm Assembler, i validissimi ambienti di sviluppo che sono già in grado di generare e ottimizzare codice PowerPc. Insomma, un intervento interessante, questa volta condotto in un ottimo inglese.

Stallman, Free Software Foundation.


Richard Stallman ha invece catalizzato l'interesse del pubblico oltre che per l'interessante intervento, per la sua vena eccentrica. Non è infatti "comune" vestirsi da santo con tanto di aureola, ballare senza un motivo e sdraiarsi sopra il palco per dormire (prima dell'inizio d'Ipisa, of course!). Comunque a noi amighisti sfegatati, che guardiamo alla sostanza piuttosto che alla forma, non è certo dispiaciuto quel suo particolare modo di fare.
Non dimentichiamo le origini della nostra "dottrina": Amiga è venuta alla luce grazie a gente che lavorava con pigiamini rosa, concedendosi alle melodie rock e ai capricci del cane! Acceso un cero a padre Jay Miner, com'è di dovere, riprendiamo il filo del discorso.
Il prode Stallman, Boss della Free Software Foudation, teorizza una nuova maniera di intendere il rapporto Software-utente. Il programma non deve essere confinato agli scopi e alle necessità dell'autore ma deve poter essere modificato (facilmente) dall'utente, che provvederà egli stesso ad adattarlo e distribuirlo. Quindi il copyright eterizza la sua natura rigida e incatenante e si incarna, per ora, nell licenza GNU. Come molti di voi sanno già, La Licenza Gnu non permette lo sfruttamento commerciale a danno del programmatore, ma consente un certo grado di libertà. A proposito di libertà, Stallman teorizza tre diverse possibilità dell'uomo informatico prossimo venturo. La libertà di utilizzare gratis ciò che ci serve, la libertà di modificare i propri programmi, adattandoli alle proprie necessità; la libertà di distribuirli modificati. In fondo il software non è una chiave inglese o comunque qualcosa di ancorato ad una dimensione materiale. Il Software è semplicemente l'implementazione eterea di un'idea! E allora perchè far pagare la società per qualcosa di indispensabile e utile a tutti, considerando che, in fondo, copiare il software è qualcosa di praticamente gratuito?
Stallman non ha mancato di illustrare la storia e le future strategie della Free Software Foundation e del progetto GNU, volto a portare un putiferio di roba utilizzabile "a gratis", e tanta altra roba tecnica che, se avrò un po' più di tempo, vedrò di illustrare un'altra volta.
All'intervento di Richard si è opposto Michele Console Battilana, in particolare alla frase "Se volete guadagnare fate i camerieri". Il boss della Cloanto ha promesso ulteriori delucidazioni in proposito sul suo sito.

Battilana, Software e Magia

Ipisa è ormai l'habitat naturale di Michele, considerando con quanto impegno e generosità partecipa ad ogni edizione. Inoltre, come ogni anno, ha deciso di anticipare Babbo Natale, regalando ad ogni bravo bam... Hem amighista il cd di Personal Paint. Stavolta, stanco di discorsi sull'Object Oriented, di paesani emigrati in città riempiti di piombo da zio Bill, di programmatori che vengono denunciati perchè qualche cretino ha scambiato il cd di Personal Write per uno strumento sovversivo di crittazione, volto a compromettere l'egemonia degli stati uniti d'America, hem, ho perso il filo. Dicevamo, stavolta Battilana ha pensato di fare un'intervento Soft, fortunatamente non rinunciando a quel suo stile così informale e al tempo stesso professionale. Le riflessioni di quest'anno, incentate sul rapporto tra Software e Magia, si sono mosse in un ambiente molto coreografico. Spente le luci, rimanevano solo dei cilindri autoriflettenti legati alle schede di alcuni Cray di decenni indietro! Michele quest'anno aveva davvero voglia di scherzare. Per prima cosa, armato di cilindro (!) e assistente (!!) si è dato alla MAGIA (guarda caso "magia" è l'anagramma di Amiga!). Trucchi da prestigiatore, simpatia da vendere. In seguito un fiume di riflessioni sul mondo informatico, sulla professione del programmatore. Si è parlato delle "cose magiche", nel senso che sono cosse che non ci aspettiamo, che ci stupiscono, che ci colpiscono. Cose del presente, cose del prossimo millennio. Tra le cose del presente Michele ha toccato argomenti quali la clonazione, il software per disabili, il software salvavita, come quello dei defillibratori automatici. Non si è dimenticato di citare il grande universo del software liberamente distribuibile, risorsa fondamentale del presente che potrebbe nel prossimo millennio rimpiazzare in gran parte il software commerciale. Ma parlare solo del presente, anche se limitatamente ad aspetti spesso ignorati, non è per Michele. Forte delle citazioni del più grande visionario razionale, Artur C. Clark, ha trattato la possibilità del Backup della mente, del rapporto tra genetica e programmazione, non mancando di affiancare ad un discorso di sapore scientifico alcune simpatiche fantasie (come quella del "letto-massaggiatore con cento mani!").
Mentre le elucubrazioni celebrali di Michele prendevano forma il Maxi-schermo ha ospitato numerose immagini di supporto all'intervento. Ma il top si è raggiunto quando viene chiuso lo schermo Workbench e appare, sciagura delle sciagure, Windows '95!
Fatti i debiti scongiuri, e ringraziato il pubblico per i pomodori e le zucchine gentilmente lanciategli, Michele ha spiegato che il Workbench era emulato, e, sogghignando dalla soddisfazione, ha approfittato per presentare il suo nuovo CD: Amiga Forever. Il CD, la paternità del cui nome è rivendicata da PirlAGA (creatore di un omonimo sito!), ospita una raccolta di emulatori Amiga. Una copia del CD è stata consegnata ad ogni partecipante.
Durante la dimostrazione, sul video si muoveva Boing Demo, la storica animazione dei tempi di Jay! Confesso che la possibilità di emulare Amiga da Pc è davvero inquietante. Una volta eravamo noi ad emulare ogni macchina, ora è il Pc ha emulare quel che rimane. Una sottile distinzione: l'emulazione Amiga si basava soprattutto su una architettura avveniristica che permette(va) ad un mac emulato di essere più veloce dell'originale, sotto pc invece è tutta forza bruta, in gran parte sprecata da Os non allo stato dell'arte... Con un P133 non si speri di superare un Amiga 500. Se mi è concesso di aggiungere un'ulteriore riflessione personale, spero vivamente che l'Amiga prossimo venturo, magari vitaminizzato con due PowerPc, ritorni a godere del privilegio esclusivo di emulare qualsiasi comp in maniera realmente funzionale!
Il vostro buon Paolo Pettinato ha avuto inoltre l'onore esclusivo di toccare una vecchia scheda di un vetusto Cray (questa volta l'ho sparata grossa, visto che TUTTI hanno visionato queste storiche vestigi! Ma che volete, montati si nasce, megalomani si diventa!).

Canali, Le nuove interfacce di I/O.

Chi invece non è per niente megalomane, ma lo potrebbe benissimo essere per i numerosi meriti è l'ingegnere PAOLO CANALI. Il Paolone nazionale ha illustrato le ultime "novità" nel campo delle interfacce I/O. Inutile aggiungere altro, dato che l'autore mi ha concesso il diritto di mettere On-Line l'articolo di supporto dell'intervento! Competenza, qualità dei contenuti e uno stile altamente professionale sono alla base del prestigio che il prolifico personaggio ha saputo ritagliarsi non solo nel mondo Amiga. Come da copione, il pubblico ha seguito con interesse l'intervento di Canali, specialmente quando ha dimostrato che Intel si "è pesantemente ispirata" al vetusto Amiga 2000 per i nuovissimi pc multimediali! Grazie alla cortesia di questo personaggio trovate su queste pagine gli schemi originali utilizzati per dimostrare l'incredibile tesi, cliccate qui! Le immagini in questione sono copyright esclusivo di Paolo canali e non possono essere utilizzate in nessuna forma senza l'autorizzazione di Canali.

Mazzucchi, Il fallimento di mamma Commodore


Per chi fatica a distinguere un Joystick da un bastone, e a sentire il bravissimo Canali già patisce il mal di testa, il buon Ruocco (che ricordiamo essere l'organizzatore principale di Ipi) ha previsto un'intervento meno tecnico, ma interessantissimo sul capitombolo tragico di mamma Commodore, focalizzando le ragioni del fallimento attraverso gli ultimi ritrovati del marketing.
Secondo Amanda "Le cause del fallimento di Commodore sono, a nostro parere, da attribuirsi principalmente al gap di comunicazione tra il settore della Ricerca e Sviluppo e quello commerciale nella gestione di un'innovazione radicale: Amiga". Più avanti Amanda dirà "Dal momento in cui Commodore decide di svilupparla secondo il progetto iniziale di Jay Miner [Un computer per tutte le esigenze ndPetty], ci si trova davanti alla scelta critica di selezionare il mercato a cui rivolgersi". Il management non comprende, a causa dell'incomunicabilità con il reparto di Ricerca e Sviluppo, le potenzialità della macchina (oddio, come odio questo termine riferito ad Amy), lasciando che si posizionasse spontaneamente in un settore che le era molto congegnale: il mondo videoludico. "Nulla di male, per carità, se non fosse che il sitema aveva ben altre potenzialità. Commodore trascurò colpevolmente mercati verticali di ben più alto profilo con prospettive di sviluppo a livello professsionale, nei quali Amiga si era, o con un piccolo sforzo si sarebbe, collocato in una posizione di dominio incontrastato" (tratto da "Tutto quello che non avete mai saputo di Amiga (e nessuno ha mai avuto il coraggio di raccontarvi)", Atti Ipisa '96, un must per tutti!). Altro motivo predominante in quello shangai di cause ed effetti che hanno determinato il fallimento, è la mancata differenziazione dei vari modelli Amiga. "Dal momento che nell'immaginario collettivo Commodore è sempre stata associata a macchine low-end e che Amiga 500 sembra seguire la tradizione, anche se con le dovute differenze tecnolgiche, sarebbe stato a nostro parere necessario dare una connotazione fortemente diversa ad Amiga 2000. Portando lo stesso nome della versione low-end, si poteva creare più di un malinteso, ad esempio il pubblico poteva pensare che si trattasse solo di una potentissima macchina da gioco". Amanda sottolinea l'incredibile miopia del pubblico informatico, che anche ora non è ancora pronto per la rivoluzionaria idea di Jay Miner: un computer per tutte le esigenze.
Altro gravissimo errore è stata una pessima gestione dell'innovazione. Infatti gestire un'innovazione richiede "una organizzazione globale originale dell'azienza" ed è spesso poco conveniente. Copiare, riproporre in altre vesti, (cfr. articolo Canali) è paradossalmente più conveniente che creare ex-novo qualcosa di radicalmente originale e performante.
Abbiamo l'onore di ospitare su Amiga World il testo di supporto all'intervento, naturalmente con l'autorizzazione della "autrice". A proposito, si sa che il popolo amighista è formato dal 99% maschi, e il restante 1% da travestiti, quindi la presenza di una donna in sala ha attirato la "curiosità" della platea. Poi, chiarito che era il relatore di un intervento non tecnicamente legato ad Amiga molti si sono tranquillizzati.
Scherzi a parte (spero che Amanda mi perdonerà, sono un po' burlone! :^), l'intervento ha stregato il pubblico, portando ad un dibattito sulle cause della morte della Commodore. Grazie alla competenza di Amanda Mazzucchi (che ricordiamo aver scritto una tesi universitaria sull'argomento (PRESTO SU QUESTE PAGINE!) sono stati svelati molti altarini. Personalmente mi ha colpito una dichiarazione di Sergio Ruocco, più volte intervenuto: il management di Commodore era composta da gente con notevoli esperienze (e croci in giardino) nel cavar più denaro possibile a società destinate al fallimento... Che alla Commodore non interessasse niente di Amiga l'avevamo capito, ma che volesse intenzionalmente affossarla è davvero sconvolgente!
Ma poiché amo tenervi sulle spine, vi obbligo a caricare la SECONDA PARTE del testo. CIAO!


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