$pic=e_viaggi\e_2btxt.jpg $pos=445,50 $normalcolor=0,0,0 $textleft=5 $fontname=Arial $fontsize=10 $bold=-1 $cursornorm=7 $CursorLink=4 $QuitOnChange $autowrap $bold=-1 PIER PAOLO PASOLINI L'ODORE DELL'INDIA Guanda Sono, questi, anni in cui sempre più spesso la letteratura sembra cercare nel viaggio una nuova fonte di suggestioni e di ricchezza. $bold=-1 Tanto più utile può essere allora rileggere il libro che Pier Paolo Pasolini scrisse nel 1961 dopo il suo primo viaggio attraverso la realtà caotica e affascinante del sub-continente indiano. $bold=-1 Quel viaggio fu l'inizio di un lungo innamoramento e di un progetto di film sull'India che non vide mai la luce. Ma bastano questi appunti a dipingere i volti della bellezza da cui Pasolini fu colpito: i templi di Benares, le notti di Bombay, le rive del Gange, tutto l'incanto di una terra aliena e incomprensibile e, insieme, l'orrore dell'esistenza che vi si conduce: "la vita, in India, ha i caratteri dell'insopportabilità". $bold=-1 Neppure immerso in una realtà così distante Pasolini rinuncia a tessere l'ordito della ricerca a un tempo antropologica ed etica che i lettori degli "Scritti corsari" conoscono bene: tra mille incontri, casuali e procurati, il suo sguardo indaga i gesti e le movenze della minuscola borghesia indiana e le vane dispute degli intellettuali, "povere scolte perdute in quell'enorme Buchenwald che è l'India". $bold=-1 Ma anche questa volontà di interpretare e spiegare, così europea, deve cedere alla prepotenza fisica delle sensazioni che si accavallano: la vista del santone che rifiuta l'omaggio di un devoto, "muto, limitandosi a scuotere follemente un piede, quasi desse piccoli vorticosi calci isterici all'intero mondo'; il volto "sublime' di un giovane in preghiera; l'odore 'di poveri cibi e di cadavere che, in India, è come un continuo soffio potente che dà una specie di febbre". $bold=-1 Nell'intervista concessa a Renzo Paris in appendice al volume, Alberto Moravia, che insieme a Elsa Morante accompagnò l'autore nel suo itinerario, rievoca le circostanze di quel soggiorno e traccia un inedito profilo critico di Pasolini viaggiatore.